Elettrodomestici, aumenta la moda della spillatrice domestica

Si sa che il nostro Bel Paese si è sempre distinto in tutto il mondo per la sua produzione di vini di ottima qualità, non a caso la più imitata. Tuttavia, in Italia un nuovo trend ha preso piede negli ultimi tempi: infatti al bicchiere si tende a preferire il… boccale! Il consumo di birra: bionda, rossa o scura, è aumentato in maniera massiccia così come l’importazione e la produzione propria di birra, entrambe cresciute in modo esponenziale.

spillatrice

Ogni occasione è buona per gustare una birra: durante i pasti, per rinfrescarsi dalle torride giornate di sole, o semplicemente durante una serata in compagnia degli amici, al pub o in strada. Una dissetante e fresca birra stuzzica e accontenta i palati di ogni età, giovani e meno giovani. Nei locali, spesso di ispirazione bavarese o anglosassone, in cui questa bibita alcolica la fa da padrone, essa viene erogata al momento dell’ordinazione direttamente nel boccale tramite spillatrici, poste sul bancone alla portata di tutti.

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Gli elettrodomestici di Classe A non vendibili

Uno studio commissionato dalla Commissione Europea a MarketWatch ha analizzato attentamente le etichette presenti sui vari elettrodomestici venduti nei vari paesi europei. Il risultato è stato che oltre ma metà dei negozi di vendita online che tradizionali spesso mostrano un’etichettatura non sufficiente ad informare il cliente sul reale consumo energetico del prodotto in vendita . Il fenomeno non è presente solo nel nostro paese, ma mostra una capillare diffusione in tutti i paesi del continente europeo. La quantità di prodotti analizzati è di circa 30mila in oltre 243 esercizi commerciali. Il risultato è davvero allarmante: oltre la metà dei prodotti analizzati mostra un’etichetta in parte scorretta o non chiara riguardo al consumo che caratterizza l’elettrodomestico ed in alcuni casi ne è addirittura priva. 

elettrodomestici

Il settore nel quale il sistema di etichettatura mostra le falle maggiori è quello dei condizionatori con una percentuale che supera l’80% del totale, ma non se la passano di certo meglio i forni con una quota del 77% di etichette non a norma e dei televisori che mostrano la stessa percentuale. Male anche i negozi sul web con un indice di non conformità che ammonta al 73%. In alcuni casi la verifica ha scoperto come l’etichetta ufficiale sia in realtà sostituita da una semplice scritta testuale.

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I nuovi forni che si puliscono in pochi istanti

Sia i forni che i piani di cottura sono notoriamente tra gli elettrodomestici che hanno bisogno di una maggiore pulizia. Lo sporco, in questi apparecchi, si può annidare in tutti gli angoli e provocare anche grossi danni. La pulitura, d’altro canto, non è un’operazione che si può sempre realizzare facilmente. Ma oggi con le nuove tecniche di pulizia automatica avere un forno sempre pulito può essere un gioco da ragazzi. Uno dei metodi più innovativi in questo campo, è la pirolisi. Questo processo, attraverso un’innalzamento improvviso della temperatura fino a 500 gradi permette di eliminare tutte le incrostazioni presenti all’interno dell’elettrodomestico.

forno

La pirolisi permette una pulizia del forno efficace, del tutto sicura e soprattutto senza l’utilizzo di nessun prodotto chimico che potrebbe danneggiare il dispositivo o lasciare alcune tracce all’interno dell’elettrodomestico. L’attivazione della pirolisi permette l’eliminazione istantanea di qualsiasi residuo alimentare, di grasso o altre tracce di sporco che si possono annidare nei vari angoli del nostro forno. L’attivazione del processo di pulitura è attivabile attraverso un semplice comando posto sul display dell’apparecchio. Nel frattempo che il forno termini la pirolisi si attiverà il ciclo del filtro catartico che permetterà l’eliminazione totale di qualsiasi cattivo odore che potrebbe fuoriuscire dall’elettrodomestico durante il processo di eliminazione dello sporco. 

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Caldaia, ecco cosa cambia da settembre

Sono tante le novità previste per il prossimo mese per tutti  gli impianti termici. Nuove norme per quanto riguarda l’etichettatura energetica e per la progettazione compatibile sono previste dalle normative dell’Unione Europea con l’entrata in vigore dei regolamenti specifici. E’ il 26 settembre la data nella quale scatterà l’obbligo di adeguarsi alle nuove normative. In sostanza si tratta di apporre delle specifiche etichette in grado di fornire tutte le indicazioni sulle prestazioni energetiche dei vari dispositivi, la quantità di emissioni, la potenza sonora ed alcune informazioni più strettamente tecniche. Il tutto andrà a favorire la realizzazione di quei dispositivi realizzati seguendo i dettami imposti dall’Ue dotati di un maggiore livello di efficienza.

Caldaia

Questi dispositivi, da tempo venduti anche nel nostro paese, avranno una diffusione ben maggiore con l’entrata in vigore di queste regole. Le caldaie a condensazione, il solare termico, pompe di calore sono solo alcuni degli esempi di prodotti capaci di garantire un maggiore livello di efficienza, di sicurezza e di rispetto dell’ambiente. Un’altra categoria di prodotti la cui diffusione aumenterà con il corso del tempo, saranno i vari dispositivi ibridi e di termoregolazione evoluta. 

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Il fotovoltaico del futuro, con zero spreco

Oggi i passi in avanti nel mondo delle energie rinnovabili sono sempre maggiori. Un’efficienza che però non ha raggiunto il massimo dello sfruttamento dell’energia disponibile. E’ il caso del fotovoltaico che oggi vede lo sfruttamento dello spettro solare fermo ad una quota di due terzi della luce proiettata dal sole. Ma probabilmente si è giunti ad un punto di svolta. Grazie allo studio di due diversi istituti, in un futuro molto prossimo, si potrebbe giungere allo sfruttamento dell’intera luce dei raggi solari. Zero spreco di fotoni per i prossimi impianti fotovoltaici che, in questo modo, potranno garantire una maggiore quantità di energia.

fotovoltaico del futuro

Lo studio è stato realizzato dall’Università Bicocca di Milano con l’Istituto Kyushu nel Giappone. Il nuovo sistema utilizza un nuovo tipo di materiale composto da microcristalli ibridi organico – metallici. Questi piccolissimi elementi permettono al dispositivo di catturare una quantità notevolmente maggiore di radiazioni solari, utilizzando anche tutta quella energia che normalmente viene sprecata e convertendola in fotoni ad alta energia. Un’efficienza molto superiore ai dispositivi classici ed in grado di generare una quantità di energia sufficiente, anche in presenza di una luminosità dei raggi solari molto debole.

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Faretti da incasso una soluzione versatile per la casa

Una delle idee migliori per illuminare il proprio appartamento è quello di utilizzare i classici faretti da incasso. Si tratta infatti di una scelta che non solo può dare molte soddisfazioni dal punto di vista funzionale, ma anche da quello estetico. Riuscire a progettare un impianto di buon livello di efficienza e bello da vedere può rivelarsi la scelta giusta per una casa e i faretti possono essere una delle soluzioni più flessibili ma allo stesso tempo più intriganti.

Faretti da incasso

Progettare l’illuminazione prima di tutto

Fare la giusta scelta per l’illuminazione di una casa è una questione tutt’altro che semplice e scontata. Sono infatti molte i fattori da prendere in considerazione, a partire dalla qualità della luce, fondamentale per vivere bene in casa e che può influire persino sul nostro umore. Anche la quantità di luce è molto importante. Quando si installa un impianto con faretti da incasso bisogna fare proprio questo tipo di considerazioni, scegliendo qual è la posizione giusta per inserire questi. In base alle attività che saranno svolte, si potrà capire se sarà necessaria più o meno luce. In cucina oppure dove si lavora, una buona luce può essere consigliata, mentre in una zona in cui ci si riposa, è consigliata un’illuminazione soffusa.

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Recupero dati: come funziona?

Quando si parla di recupero dati si fa riferimento a un’attività che permette di ripristinare in maniera momentanea la funzionalità di supporti di memoria o dispositivi elettronici allo scopo di rendere nuovamente disponibili i dati contenuti al loro interno e che, a causa di un guasto o di qualsiasi altro tipo di inconveniente, non erano più accessibili.

Recupero dati

Il recupero dati viene affidato, di solito, a un centro specializzato: se volete saperne di più, visitate questo sito. In linea di massima, a occuparsene sono ingegneri e tecnici che dispongono non solo di un know-how specifico, ma anche di strumenti hardware ad hoc che consentono loro di trovare una soluzione a qualsiasi tipo di problema. In effetti, sono molte le ragioni che possono causare il danneggiamento di un disco o di un device e quindi presupporre questo tipo di intervento: per esempio, un hard disk può essere stato aperto in maniera avventata e un po’ di polvere può essersi depositata sulle sue superfici magnetiche; oppure uno smartphone può essere stato a contatto con l’acqua; o, ancora, una chiavetta USB può avere subìto un urto molto forte; o un server può essere rimasto coinvolto in un incendio; e così via.

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Come riparare una serranda

Per riparare una serranda rotta occorre innanzitutto analizzare l’entità del problema che si può verificare nell’immediato, per cui se fa un rumore piuttosto fastidioso mentre si avvolge allora bisogna intervenire prima che si possa rompere completamente. Prima di intervenire sulla serranda rotta bisogna verificare che in casa si abbia almeno una scala solida, una serie di cacciaviti di diversa dimensione e soprattutto una cinghia nuova nel caso in cui decidiamo di sostituirla completamente. Dato che dovremmo effettuare il maggior lavoro sulla scala possiamo dotarci per comodità di un marsupio o di un piano di appoggio su cui mettere i cacciaviti per non scendere e risalire ogni volta dalla scala.

Come riparare una serranda

A questo punto dobbiamo aprire il cassonetto al cui interno c’è la nostra serranda che cigola e per farlo basterà semplicemente svitare le viti del pannello frontale. Poi lentamente togliamo la cinghia rotta allentando la vite che la tiene stretta al rullo principale e riavvolgiamo sempre con cautela la serranda sul rullo, magari con l’aiuto di qualcuno in modo che l’operazione avvenga dal basso verso l’alto. Di conseguenza infiliamo un cacciavite lungo tra il bordo del cassonetto e il rullo con lo scopo di fare leva in modo che la serranda possa cadere. Dopo questa prima operazione abbastanza semplice è il momento della sostituzione vera e propria che può essere sintetizzata in 7 precisi passaggi:

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Come riparare una tapparella

È molto importante sapere come va riparata una tapparella nel caso in cui possa rompersi rischiando di segregarvi al buio di una stanza. Purtroppo a differenza della serranda che si può prevedere facilmente una rottura dal rumore fastidioso che produce nel momento in cui l’avvolgiamo, la tapparella non manda dei segnali così chiari e spesso si rompe davvero all’improvviso, dato che la lesione del cavo avviene all’interno e dunque non è facile accorgersene.

Come riparare una tapparella

Prima di tutto dobbiamo assicurarci di avere in casa oltre ad una scala una serie di attrezzi, tra cui una pinza, un tronchese, un cacciavite a croce e uno di piccole dimensioni e ovviamente il nuovo cavo la cui lunghezza varia a seconda della tipologia della vostra finestra, ma in quel caso basterà comunicare al commesso della ferramenta l’altezza esatta della finestra e lui saprà darvi il giusto metraggio del cavo. Ma passiamo all’azione:

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Fotovoltaico fai da te

A fronte degli elevati costi per installare un impianto fotovoltaico ci si chiede spesso se si può anche con una spesa minima posizionare sul proprio tetto o balcone dei pannelli fotovoltaici per produrre energia utile per il funzionamento della propria abitazione, riducendo così drasticamente la bolletta dell’energia elettrica. La risposta è affermativa ma con delle condizioni, in quanto per installare dei componenti fotovoltaici fai da te bisogna comunque investire del denaro nella realizzazione dell’impianto seppur piccolo, al fine di ottenere le adeguate autorizzazioni e la relativa connessione in rete.

Fotovoltaico fai da te

Per il primo aspetto non c’è bisogno di alcuna autorizzazione se i pannelli sono amovibili, se invece sono fissati sul tetto della vostra abitazione necessitano di una comunicazione all’ufficio tecnico del Comune. Per il secondo aspetto c’è da precisare un dettaglio, e cioè che nel momento in cui realizzate un impianto fotovoltaico fai da te comunque la vostra abitazione è connessa alla rete Enel, in modo che quando ne ha bisogno può continuare a prelevare elettricità. Ad ogni modo con l’installazione dei componenti fotovoltaici potete produrre energia per la vostra casa, accumulandola in batterie oppure auto-consumarla al momento, ma non potete immetterla nel canale di connessione in rete con l’Enel.

Per realizzare un impianto fotovoltaico fai da te o si costruiscono in proprio dei pannelli magari adattandone e recuperandone altri, oppure comprando delle celle fotovoltaiche da assemblare in parallelo o in serie. Attenzione però perché con il termine fai da te non s’intende la possibilità di costruirlo manualmente da soli senza l’ausilio di un tecnico abilitato che è comunque necessario per operare a norma di legge. Di conseguenza con il termine fai da te s’intende la responsabilità di occuparsi personalmente di alcune fasi del progetto come l’acquisto dei materiali e la gestione burocratica. È inutile dire che i vantaggi relativi all’impianto fotovoltaico sono collegati al loro aspetto pratico sia in termini di riduzione dell’energia elettrica e dunque bassi consumi energetici e sia in termini di gestione privata e personalizzata delle pratiche burocratiche.

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