Recupero dati: come funziona?

Quando si parla di recupero dati si fa riferimento a un’attività che permette di ripristinare in maniera momentanea la funzionalità di supporti di memoria o dispositivi elettronici allo scopo di rendere nuovamente disponibili i dati contenuti al loro interno e che, a causa di un guasto o di qualsiasi altro tipo di inconveniente, non erano più accessibili.

Recupero dati

Il recupero dati viene affidato, di solito, a un centro specializzato: se volete saperne di più, visitate questo sito. In linea di massima, a occuparsene sono ingegneri e tecnici che dispongono non solo di un know-how specifico, ma anche di strumenti hardware ad hoc che consentono loro di trovare una soluzione a qualsiasi tipo di problema. In effetti, sono molte le ragioni che possono causare il danneggiamento di un disco o di un device e quindi presupporre questo tipo di intervento: per esempio, un hard disk può essere stato aperto in maniera avventata e un po’ di polvere può essersi depositata sulle sue superfici magnetiche; oppure uno smartphone può essere stato a contatto con l’acqua; o, ancora, una chiavetta USB può avere subìto un urto molto forte; o un server può essere rimasto coinvolto in un incendio; e così via.

In genere la percentuale di casi di successo per il recupero dati si aggira attorno al 97 o al 98%: ciò vuol dire che nella maggior parte delle situazioni chi si rivolge a un laboratorio specializzato ha la certezza di ritrovare i propri dati. Può trattarsi semplicemente della rubrica di un telefono cellulare o dei messaggi di uno smartphone, ma anche – ovviamente – di file più importanti, di documenti di valore in un computer, eccetera. Le modalità di recupero dei dati sono differenti a seconda delle circostanze: possono essere previste delle soluzioni personalizzate, oppure si può ricorrere al Remote Data Recovery, vale a dire il recupero da remoto.

In molte situazioni, invece, si rende necessario il ricorso alla clean room. Essa non è altro che un ambiente sterilizzato, noto anche come camera bianca, che è caratterizzato dalla presenza di alcune cappe a flusso laminare che hanno il compito di purificare l’aria ed evitare, per esempio, la presenza di particelle pericolose. Si parla, ovviamente, di pericolosità non per le persone, ma per i dispositivi che vengono trattati: se si pensa alle loro dimensioni molto ridotte, è chiaro che può essere sufficiente un granello di polvere per provocare dei danni molto gravi. Infine, è bene sapere che le operazioni di recupero richiedono tempistiche differenti (dipende tutto, naturalmente, dall’entità del danno con cui si ha a che fare), ma di solito si va da un minimo di un giorno a un massimo di due settimane.

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